LE ONDE DEL PENSIERO


Nello scorso mese di marzo, in occasione della giornata europea dedicata agli studi sul cervello, questo giornale ha ospitato un articolo dello scrivente che dava conto delle teorie dell'autorevole scienziato britannico Roger Penrose sulla natura dei processi cognitivi e dell'acceso dibattito da esse suscitato nel mondo medico-scientifico anglosassone. Viste le numerose richieste dei lettori affinché vengano nuovamente affrontate queste tematiche che, è bene ribadirlo, sono state solo sfiorate dal dibattito accademico italiano, chi scrive ritorna con piacere sull'argomento, aggiungendo altresì nuove suggestive ipotesi.

Il filo conduttore delle teorie di Penrose ruota attorno all'inadeguatezza dei modelli interpretativi dei processi cognitivi e sulla possibilità di trovare strade alternative per spiegare le dinamiche degli atti mentali. Lo studioso britannico indica nella "coerenza quantistica" la causa dei processi più intimi dell'attività cerebrale. La coerenza quantistica è quel processo fisico per cui un gran numero di particelle agisce coralmente assumendo le caratteristiche e le qualità di una unica macro-entità, consentendo il verificarsi di fenomeni quali l'emissione Laser o la Superconduttività. Le caratteristiche peculiari della coerenza quantistica sono essenzialmente due : l'evoluzione dei suoi processi dinamici secondo una logica non deterministica (non esprimibile cioè attraverso semplici meccanismi di causa ed effetto o "razionalizzabili") e l'estensione immediata e globale del fenomeno quantistico a tutti gli enti che partecipano al processo coerente. Tali caratteristiche ben si adattano al controllo dei processi mentali come gli "stati emozionali" (per loro natura non razionalizzabili) o "l'unicità dei processi cognitivi". Per quanto concerne quest'ultimo aspetto delle caratteristiche della mente, recenti studi di neurobiologia hanno dimostrato la non veridicità delle ipotesi secondo cui si avrebbe nel cervello una localizzazione ben definita delle funzioni deputate alla coscienza o al controllo dell'attività sensitiva. Tali funzioni andrebbero invece attribuite al cervello nel suo insieme, il quale, attraverso una fitta rete di sistemi interconnessi, controllerebbe ogni attività. Alle aree tradizionalmente ritenute sede delle funzioni cerebrali andrebbe soltanto riconosciuto il compito di originare il primo impulso per l'attivazione dell'atto mentale o sensitivo.

Comparando i risultati dei diversi studiosi che nel tempo si sono occupati di coerenza quantistica applicata ai sistemi biologici (Fröhlich 1975, Grundler e Keilmann 1983, Marshall 1990, Penrose 1994), unitamente a specifici studi di meccanica ondulatoria (Rossi e Cantalupi 1995), lo scrivente ha notato come esista una frequenza di eccitazione coerente per i neuroni cerebrali ed i suoi sub-componenti comune a tutti i lavori di coloro i quali si sono occupati di queste ricerche. Questa oscillazione, di cui nessuno prima d'ora aveva enfatizzato l'importanza o aveva notato la sistematica ricorrenza nei lavori sull'argomento, copre frequenze che vanno da dieci a cento miliardi di cicli al secondo (dove un ciclo al secondo rappresenta il tempo impiegato da un sistema eccitato per compiere un'oscillazione completa). Ora, queste frequenze non devono essere confuse con le oscillazioni che normalmente si registrano durante le sedute elettroencefalografiche (le quali, per altro, hanno frequenze molto basse) ; esse a parere dello scrivente assumerebbero le caratteristiche di una vera e propria vibrazione dei processi profondi del cervello, una oscillazione dei nostri stessi pensieri. Se risultasse verificata sperimentalmente questa potente "pulsazione cerebrale", si potrebbe aprire la strada verso nuove forme di cura dei disturbi cerebrali.

Negli ultimi anni si è assistito ad un acceso dibattito intorno alla supposta nocività delle microonde generate dai telefoni cellulari. Secondo chi scrive, finché la frequenza di oscillazione di tali apparecchi si manterrà al di sotto della soglia dei dieci miliardi di cicli al secondo (attualmente è dell'ordine del miliardo di cicli al secondo) le conseguenze risulteranno circoscritte alla sola produzione di calore. Se, viceversa, i costruttori di cellulari oltrepassassero tale soglia si rischierebbe di interferire direttamente con i processi cerebrali più profondi, con conseguenze imprevedibili.

Giunti a questo punto dell'esposizione non resta che concludere ribadendo con forza l'importanza di percorrere nuove strade per l'interpretazione dei processi cognitivi, strade come quelle indicate da Penrose e altri, le quali, oltre ad aiutarci a capire meglio la mente nel suo insieme, potrebbero, in futuro, fornirci nuove armi per combattere efficacemente determinate patologie cerebrali.



TIZIANO CANTALUPI

Un articolo simile, sempre del prof. Cantalupi, è apparso sulla pagina della Cultura de' "Il Giorno", "Il Resto del Carlino", "La Nazione", di domenica 31 Maggio 1998.