L’INTERPRETAZIONE DELLA REALTÀ



Immagine: "La realtà va interpretata" di Gavagnin Marco.

L’INTERPRETAZIONE DELLA REALTÀ
Sergio Sabetta


In tutte le concatenazioni di eventi che noi riconsideriamo nella nostra memoria, sia come testimonianza che valutazione per future azioni, interviene l’interpretazione dei fatti e la loro ricostruzione nelle conoscenze secondo le esigenze attuali.
Questo reinventare il passato e ricostruirlo narrativamente è un’attività di tipo creativo, si tratta pertanto di una integrazione tra ricordi e schemi di conoscenza secondo una rete di conoscenze in continua modifica in base all’esperienza acquisita e in rapporto agli obiettivi futuri.
Gli errori di memoria possono riguardare il monitoraggio delle fonti, le suggestioni e informazioni post-evento per parole che influenzino l’elaborazione del ricordo, una congiunzione mnesica fra due ricordi che si miscelano in uno, traslazione inconscia di una fatto in un altro, errori dovuti a pregiudizi e correzioni del passato a seguito dell’uso nel ricordo delle conoscenze attuali e degli schemi mentali consolidati, tesi a integrare gli eventi passati alle esigenze attuali di coerenza e semplificazione.
Può pertanto dirsi che vi è una causalità della memoria determinata e riletta dalle esigenze del momento, che riduce tutto in una probabilità dell’accaduto non in sé ma nei termini che si descrivono, consegue che anche il presente non è completamente conoscibile dovendo essere certi per ogni evento in ogni momento dello spazio. Ecco la necessità di partire da alcuni dati individualmente separati e distinti nel ricostruire la successione degli eventi, ma la stessa successione è letta attraverso il livello degli interessi coinvolti, quali varianti di quantità di energia.
Pertanto non vi è un solo mondo per gli stessi eventi, ma tanti mondi per quanti interessi viventi ed ognuno di questi mondi sarà autoreferenziale, l’unico sistema per un confronto è creare un sistema di riferimento esterno che sarà costituito da dati tanto più oggettivi quanto più rilevanti, l’analisi è del tutto soggettiva e solo la media dei confronti potrà fornire una probabilità di corretta lettura del concatenarsi degli eventi stessi che avranno un effetto temporale diverso a seconda del nostro stato di moto.
I fatti esisteranno solo in quanto posti in una narrativa degli stessi, creata ed esposta agli altri secondo le singole valenze e gli obiettivi del narrante, ma l’interagire dei vari campi di narrativa relativi agli eventi crea un nuovo campo che assorbirà con il tempo i precedenti campi.
Qualsiasi attività umana che si esplichi in fatti e quindi in eventi dovrà essere considerata non solo nello spazio ma nel tempo dell’accaduto e avrà comunque una simmetria di azioni secondo il principio di conservazione, questo comporta che non potrà mai esservi la trasformazione in una sola tipologia di azioni, ma che varie combinazioni spostandole nel tempo e nello spazio daranno lo stesso risultato.
Possiamo quindi considerare la simmetria, ad esempio sociale nella legge e nel controllo elemento di sostenibilità nel tempo e di quadro per una corretta lettura degli eventi, ecco acquisito un elemento di riferimento nella narrativa degli stessi.
Se noi applichiamo due interpretazioni diverse dello stesso evento in una dimensione circoscritta a seconda del numero di volte e dell’autorità che verrà usata potrà prevalere l’una o l’altra, ma in contesti ampi i due campi di narrativa daranno luogo a un nuovo campo e questo vale sia per l’interpretazione giuridica che gestionali.
La stessa contabilità, quale espressione massima di certezza, non può fornire un modello ma indicare solo ciò che si può dire sul mondo in quel tempo in termini di probabilità e non di certezza, in quanto non può mai esservi una descrizione completa, il risultato quale descrizione del momento non può che avvenire sovrapponendo fra loro i vari campi narrativi fino ad ottenere un nuovo stato (principio di sovrapposizione).
Se il risultato narrativo è originato dai nostri concetti nodo (giuridici, contabili, di valore, ecc.) questi di per sé non daranno mai un risultato, ma costituiranno la chiave di lettura delle varie narrative. Secondo la relazione di indeterminazione più certezza abbiamo su una quantità, meno certezza vi sarà nei riguardi di un’altra, si che non si avrà mai una lettura esatta e persistente dei fatti e dell’evento, questa lettura probabilistica acquisirà un nuovo senso a ritroso, si tratta di onde di informazione che si rimescoleranno ottenendo nuova informazione, pertanto nessun processo è mai ripetibile esattamente ma sempre in termini di probabilità dei risultati.
Se la storia da un senso al presente, noi nel ricostruire gli eventi nel tempo variamo le probabilità per il futuro cambiando le nostre azioni, ma la complessità delle interazioni ci impone di partire dall’interazione più semplice per espandersi progressivamente con ulteriori interazioni secondo la tecnica dell’espansione perturbativa.
Dobbiamo considerare che vivendo non in uno ma contemporaneamente in una serie di mondi possibili per ottenere una narrativa giusta del succedersi degli eventi e dei fatti dobbiamo sommare tutte le letture, non solo quelle che ci sembrano ragionevoli, con un approccio globale.
L’azione di “scattering” che si può esercitare su una qualsiasi struttura, in base al teorema totalitario per cui “tutto ciò che non è vietato è obbligatorio” il quale implica che dall’urto, ossia dallo stressarsi della struttura, può nascere qualsiasi cosa, fa emergere l’intima natura della struttura in esame.
L’esplodere di questa non solo scopre le strutture più intime ma crea strutture del tutto nuove, la nostra ignoranza nel prevedere esattamente gli eventi permette l’esplicarsi di forze creative inaspettate, seppure nell’ambito della rassicurante probabilità
La rottura della simmetria crea movimento, più è rapida la rottura maggiori saranno le perturbazioni e più ritardate le reazioni, ma anche maggiori le possibili ricreazioni delle letture degli eventi a partire dall’evento sciock, considerando che comunque una struttura per quanto fredda avrà sempre un livello di energia produttiva di eventi.
Sorge il problema della vera interpretazione se tutto appare così soggettivo. La verità quale utilità del singolo è da Schiller estesa alla sfera della conoscenza dell’uomo per il dominio o la solidarietà, mentre Dewey vede in ogni procedura conoscitiva un perfezionamento della vita umana nel mondo.
Ma la verità è normalmente considerata in rapporto con la presunta realtà la quale per Dewey non è che l’esistenza quale desiderata dal singolo, dopo che ne siano stati analizzati i difetti presunti e questi eliminati o utilizzati. Tuttavia nella lettura della realtà devono essere considerate le emozioni e le sensazioni, le quali sono gli elementi ultimi che compongono l’io e come tali sono considerati neutri, ossia né oggettivi né soggettivi (Mach, Carnap, Schlick – Circolo di Vienna).
Se, come abbiamo detto all’inizio, il ricordo individuale può essere inaffidabile e vi è pertanto la necessità di ancorare i fatti e gli eventi a sistemi di riferimento esterni, anche la ricostruzione dello svolgersi degli eventi come dimostrato è soggettiva e parziale da che ne deriva che solo l’accesso alle fonti e ai luoghi con la ricostruzione delle dinamiche che hanno portato agli eventi stessi, l’accumulo dei campi narrativi di terzi rispetto ai soggetti direttamente interessati, il tutto inserito nel concetto di simmetria degli eventi e dei fatti può consentire la formazione di una narrazione stabile del passato attraverso una lettura dinamica nel tempo e nello spazio di dati di per sé puramente fisici e inespressivi seppure freddamente oggettivi.

Bibliografia
D. Schacter, Alla ricerca della memoria, Einaudi, 2001;
R. Oerter, La teoria del quasi tutto, Codice Edizioni, 2006;
Dewey, La ricerca della certezza, trad. di E. Becchi e A. Riccardi, La Nuova Italia, 1966;
A. Abbagnano, Dizionario di filosofia, in “Realtà” e “Verità”, Utet, 1971;
A. Abbagnano, Storia della filosofia, Circolo di Vienna, Utet, 1974.

Fonte: http://www.complexlab.com/